sabato 14 ottobre 2017


Prima ancora di arrampicare assieme ai miei compagni, mentre camminavo da una mezzoretta seguendo gli altri dirigersi verso la base della via, osservavo il paesaggio attorno.
"Piccoli" pilastri di un centinaio di metri qua e là, vicini ad altre pareti più o meno alte con alle spalle una maestosa creta e lontano lontano il Montasio...
Altezze varie, forme e tratti che fanno unico ogni sperone, colori e profumi di roccia ombreggiata oppure soleggiata; mentre camminavo, osservavo e annusavo,quando il mio fiato non era corto, quel profumo dell'aria frizzante alla mattina presto e quelle ventate di unicità in ciascun tratto, in ciascun frammento di paesaggio.

Questa unicità è in natura quanto nel nostro profondo, ed è proprio questa che fà di ogni scalata la propria personale esperienza.

Non importa quanto sia alta la cima o la vetta che si tenta di scalare ma quanto importante è per noi raggiungerla, sia questa il punto estremo di un piccolo pilastro sperduto tra le alpi carniche o l'everest.

Ad ogni rientro sono stanca ma felice, entusiasta, e alle volte anche dispiaciuta perchè il tempo ha fatto I capricci o perchè sono stata io a farli ma pur sempre colma e ricca di insegnamenti e di qualche tassello di unicità in più che dalla natura ho percepito e che in me ho riconosciuto.



venerdì 15 luglio 2016

Purezza lieve


     Solo con una mano,
     un gesto sensibile,
     l'aria distende.


Ci si respira più facilmente,
è origine del sereno,
un modo per non farne più a meno.

La dolcezza come in un bambino,
trovala nel profondo del tuo destino,
per gioire di un fiore tra la neve
e dedicare al mondo purezza lieve.



Con il pensiero alle vittime degli attentati, per chi oggi c'è ed esiste.

lunedì 10 agosto 2015

Ad ognuno la sua guida, il suo maestro.


La montagna, oramai,  la sogno e la cerco.
Chi l'avrebbe mai pensato.

Famiglia completamente amante del mare, senza escurioni e passeggiate passate ad alta quota e senza programmi di averne, figuriamoci, ed io persa per la montagna?

Proprio così.
E l'ho scoperto da poco.
Dalle prime escursioni e dalle prime arrampicate.
Sapevo e sentivo il mio legame con la roccia ancor prima di portare i miei piedi sopra il livello del mare ma lassù quella connessione l'avverto ugualmente, la sento e mi dà amore e gioia; mi sento serena e vicina alla pace.

Dico che ognuno di noi dovrebbe aver la sua propria guida, il suo proprio maestro ma non li identifico come persone fisiche, non solo ecco.
Può essere qualsiasi cosa e per me la roccia e la stabilità della montagna lo stanno diventando.

La mia personalità e il mio stato d'animo attuale sono tutto anzichè fermi e immobili;
chi mai può insegnarmi ad esserlo se non qualcuno che è inerte da un'eternità?

E nella sua mancanza di movimento c'è aria forte, c'è energia c'è sapienza; sopra di lei nasce la vita limpida e naturale come la sua origine. Nonostante il sole o il temporale lei è li, che sia l'aria calma o nervosa lei non batte ciglio.

Ascoltare la propria guida alle volte non è possibile, certo non è facile; vuoi perchè lontani vuoi perchè momentaneamente si è incapaci di ascoltare.

Ma io ora provo a lottare contro la confusione che rende le mie orecchie tappate, che non mi permette di godere della voce del silenzio che in quei luoghi è oro per la mia anima.

Questo è il primo insegnamento che da poco ho ricevuto dalla montagna:

Non c'è limite mentale che la tua grinta non possa sconfiggere.

Grazie natura,
grazie roccia.


martedì 21 aprile 2015

Il profondo significato delle strisce pedonali


Vi dico io,
le strisce pedonali hanno un profondo significato, provate a pensarci.

Sono lì per indicare il punto esatto per passare da una parte all'altra della strada senza, si spera, esser tirati sotto dalla foga delle macchine di città.

Ma non solo!

Dipende tutto da come le si affronta...

Se siamo pedoni e continuiamo ogni volta ad aspettare ore prima che qualche benevole autista si fermi quando poi a nostra volta ci tocca guidare, poche sono le probabilità di esser spinti dalla gentilezza per fermarci e lasciar passare chi ne ha bisogno...

ed ecco spiegato il botta e risposta:

"ma come mai non ti sei fermato per farla passare?
"perchè quando devo passare io nessuno si ferma"

se invece molto più spesso ci ritrovassimo a dover rimanere solo qualche secondo ad aspettare per poter calpestare le strisce bianche e superarle, molto più facilmente la gentilezza e l'altruismo potrebbero invaderci.

"ma guarda te finalmente una persona gentile che mi fà passare!"

E così,secondo me, gira tutto:
ad ogni azione positiva non si può che generare un'altrettanta vibrazione positiva che poi può dar luogo a atti e modi di essere e di vivere benevoli e sereni.

Dunque, proviamoci dai, quando possibile facciamo passare sta povera gente fermandoci per qualche minuto magari troviamo qualcuno che ci ringrazia anche con qualche sorriso!!

E se proprio siete di fretta e per voi, quello di fermarvi, è uno sforzo enorme, fate finta che dietro a alla zebra stampata sul cemento ci siano questi 4!
Non li fareste passare?





Sorrisi, buone azioni e gentilezza fanno bene alla salute! fateci uso!
Stay positive!!




venerdì 17 aprile 2015

Dal letame nascono i fiori...


Ieri ho avuto un pensiero che ritengo diverso da tutti quelli avuti nelle ultime 48 ore.
Mentre ho piantato le prime piantine nell'orto, porri, melanzane e pomodori, pensavo a come tutto nasce dalla terra ( un genio, mi direte :D  )

Ho riflettuto sulla magia che permette a ciò che lì si ficca di crescere, trasformarsi, evolversi.
Mettere le mani di prima mattina tra la terra era qualcosa che non provavo da piccola e le emozioni che ho percepito hanno fatto partire un vagone pieno di pensieri sul binario cuore-mente.

La terra,che per renderla più preziosa ci si butta la cosa ritenura più sporca e puzzolente, è capace di dare la vita ad un seme e renderlo vivo.

La terra è vita,eppure, quando si parla di morte non la si ritiene adeguata ad ospitare la nostra anima, ritenendo evidentemente la prima troppo sporca.

L'anima da sempre vola verso l'alto, quando mandiamo un bacio a qualche nostro caro che non c'è più la mano è rivolta verso il cielo che riteniamo la sede del posto più azzurro,limpido,pulito: il paradiso.

Ma, mi dico, perchè prorio lassù e non quaggiù?
certo, l'azzurro è il colore della purezza che si sposa perfettamente con il bianco delle soffici nuvole e il cielo dall'alba al tramonto ci offre sensazioni magnifiche,,, ma la terra?

Lavorando nell'orto infatti ci si ritrova subito a riflettere sul significato profondo che può esserci ponendo l'attenzione a tutto il ciclo vitale e la storia di un piccolo seme che si adagia sulla terra.

E non è,appunto, qualcosa di magico? e la magia che si crea sotto i nostri piedi non potrebbe essere il luogo più fertile dove dalla nostra morte possa trovare rinascita?

Da piccola amavo ascoltare le favole ma non ci credevo e non volevo crederci; a scuola amavo la filosofia detestanto la logica ed ora non escludo nessuna teoria o idea, specialmente se prodotta dalla mia personale esperienza. Appunto per questo, dopo aver creato da un piccolo pezzo di terra un mio orto personale affermo con certezza che l'idea, un giorno, di ritornare parte del ciclo vitale terreno non mi spaventa e anzi, la ritengo molto più sensata rispetto ad un possibile futuro come inquilina in un posto, chiamato paradiso, dove tutti dal basso ti mandano baci e tu dall'alto non puoi nemmeno ricambiarli.

Tutto questo per dire, non sò se lo si è capito, che amo la terra e la sua immensa arte creativa che da sempre popola il mondo e a cui dovremmo riconoscere il valore più alto, di nascita e resurrezione.

come dice De Andrè 

Dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i FIORI.

Chi non ha un orto, trovi la possibilità, almeno, di coltivare una piccola piantina e capirà le emozioni e il valore che può dare alla giornata e non solo! ;)

Buon week end a tutti






domenica 15 marzo 2015

Umore che rimbalza.

Quella settimana un po' così.
Influenza inaspettata, fuori il sole, alcuni programmi che saltano, umore che rimbalza contro pareti, soffitti e pavimenti e i miei piedi, le gambe, la pancia e la testa come il loro solito lo seguono.

Ma come posso cambiare idea così spesso, mi dico?
Ora l'influenza fà da cornice alla mia profonda perplessità rispetto i miei continui sbalzi d'umore e cambiamenti. Ma non è attitudine tipica da sindrome adolescenziale?
Spulcio tra qualche foto, visto il tempo libero che l'influenza mi regala, e qualche video dei miei piccoli viaggi ed ecco che la voglia di ripartire si fà sentire.
Poi però passo un bel pomeriggio soleggiato in famiglia ed ecco che il precedente desiderio un pò svanisce.
Accompagno una cara amica alla sua discussione della tesi e sempre più mi convinco che se mi lascio scappare l'occasione di frequentare l'università sono una cretina.
Mi basta poi passare qualche ora dentro la sede centrale dell'uni per cambiar idea.

In questo momenti Alice cara proprio non siamo centrate.

Mi ci vorrebbe un bel navigatore tipo google maps in cui dalla posizione attuale mi indichi la strada per la città della coerenza. Ci faccio casa e resto lì tanto poi prima di arrivarci sicuro cambio destinazione.

L'indecisione insita dentro al mio DNA mescolata ad un umore febbricitante rimbalzante sono una combinazione che rendono la settimana o le settimane altamente pericolanti.
Non tanto per me ma per chi mi stà vicino che se non riesce a rimbalzare con me finisce per mandarmi a quel paese.

Infatti chi mi conosce bene si è armato oramai di pazienza per affrontare serenamente i miei continui cambiamenti.

Tutto questo per dire che questa settimana è una di quelle, ma differisce dalle altre per i pensieri che mi sono sorti.
Mi chiedo infatti quanto sia giusto coinvolgere chi mi sta vicino con i miei rimbalzi umorali e cambiamenti,anche inaspettati. Se volessi evitare questo coinvolgimento dovrei cancellare qualsiasi contatto o scambio; a fare il contrario finirei per diventare egoista e travolgere con le mie onde sempre diverse la spiaggia condivisa su cui, anchi'io, cammino. Quello che aimè spesso succede.

Poi mi accorgo che tutto quello che mi influenza, come spesso accade, è l'opinione degli altri rispetto,appunto, al mio umore rimbalzino o alle mie azioni che arrivano di conseguenza.
Posso solo infatti impegnarmi a cercare un punto d'incontro tra i miei desideri e la realtà, tra i miei obiettivi e i miei limiti ma non posso di certo concentrarmi ulteriormente per evitare di coinvolgere qualcuno nel mio vortice turbolento.

Le opinioni e ciò che gli altri pensano di noi restano uno dei fattori che ci influenzano di più, sempre se noi lo permettiamo.

E quindi  io dico no a tale attitudine permissiva e dico si all'umore che rimbalza perchè questa ora sono io, sinceramente parlando.



Immagine Encanto a la vista: el surrealismo de Igor Morski


martedì 17 febbraio 2015

Insicurezze che passione!

E' stato un week end come tutti ma, in particolare, ho raccolto un pò di pensieri osservando diversi caratteri e diversi modi di comportarsi,
Premetto che, visto uno dei miei maggiori obiettivi che tutt'ora inseguo di vivere escludendo il giudizio dispregiativo e preferendo la comprensione, non osservo per criticare ma solo per il piacere di riflettere.

Dunque ho riflettuto e tutt'ora penso..
Sto cercando di relazionarmi con le mie insicurezze, che, se innocue, le ritengo prezione per sviluppare umiltà e provare alcune volte quel dubbio che può esser d'aiuto in momenti di troppa fiducia; se non innocue ahimè ti trasformano in perfetta impacciata dalle gambe tremolanti che vanno in direzioni incontrollabili.
Si provo a farci amicizia, perchè, penso, più si evita un limite più lo si incontra e,appunto, prima le accetto e cerco di andarci d'accordo, prima, forse, le saluto.

Oltre a stringerci la mano, osservo chi dimostra sicurezza e sembra vivere più semplicemente ogni situazione.
Ma è questione di carattere, dipende dal proprio passato o entrambi?

Nel mio caso entrambi e, data la complessità di ogni insicurezza, penso appunto che i fattori determinanti siano moltissimissimi.

Vincere o perdere, sia giocando che vivendo, creando una vera e propria statistica non può che non influire sul carattere.

E, rifletto, ecco qui che le insicurezze aprono le braccia e ci accolgono a mani aperte, quando la stastica dei successi ci dice che è inferiore rispetto quella degli insuccessi.
Dunque dando importanza a questa indagine che la mente produce il carattere prende un secondo piano.

E' così, soprattutto nei momenti più importanti della vita, quando si conosce qualcuno o si inizia un nuovo lavoro o percorso ci si butta a testa dentro il mare delle nostre insicurezze e scatta in automatico il paragone o il ricordo di " quella volta" che è andata male, che la delusione è stata fortissima e dura da superare o che la porta si è chiusa.

E invece di vivere il momento lo distruggiamo;
colpa di queste statistiche.
E ecco come ci si può rovinare quegli attimi di vita in cui il protagonista dovrebbe essere il cuore e non la mente con i suoi calcoli...
eppure poi mi accorgo che cambiare attitudine non è così facile...

intanto un pò più di fiducia la sto trovando, arrampicando!
un esempio di quando lo sport diventa più che un hobby.

Buona serata!
                                           






martedì 10 febbraio 2015

Il giorno del ricordo, che meno si ricorda.


Da figlia di madre esule e nipote di nonni istriani appena ora alle 16.00 mi accorgo che oggi è il giorno del ricordo.

Si dice, infatti, che il 10 febbraio la Repubblica Italiana lo riconosca come tale per non smettere di dimenticare un pezzo di storia importante ma che nei libri a scuola di pagine ne ricopre poche.

Il ricordo c'è sempre quando con parenti si ritorna aldilà del confine, quando chi ha vissuto in prima persona racconta le varie storie di vita nel campo profughi o prima della partenza.

Le case in cui i miei nonni e quelli di molti altri hanno vissuto oramai sono solo un vero ricordo.
Quando ero più piccola non capivo cosa avesse potuto significare per i miei nonni abbandonare tutto quello che avevano creato per un futuro incerto che partiva da una baracca prefabbricata in qualche campo per profughi.

Una vita nuova, un nuovo futuro. loro sempre gli stessi ma con cognomi italianizzati e appartenenti alla categoria sociale di esuli.

Come può una famiglia, anche dopo generazioni, dimenticare?
Loro, i miei nonni, non ci sono più ma io continuo ad essere la nipote di istriani e continuo a esserne orgogliosa.

Lo sono perchè quello che più mi piace è la mia origine varia.
Vivo a Monfalcone da quando ho 6 anni ma sono nata a Trieste con origini istriane e friulane con un cognome nettamente austriaco, cosa vorrei di più?
Ho la carta d'identità Italiana ma non mi sento Italiana; sì parlo la lingua italiana ma io mi sento più a mio agio quando mi chiamano per nome.

Giorno del ricordo, per ricordare l'esodo di tutte le persone che per idee politiche sociali e ideologiche hanno voltato le spalle al passato per un diverso futuro con sacrificio e determinazione
dicendo così potremmo essere esuli tutti!
Ecco perchè invito a riflettere e a informarsi riguardo questa vicenda, perchè può essere un grande esempio di come cambiare e camminare verso sentieri e strade inesplorate senza paura di cosa succederà.

Possiamo essere esuli della rabbia per rifugiarci nella tranquillità
                           esuli di uno schema sociale per rifugiarci dentro ad una varietà sociale
                           esuli dalla guerra per rifugiarci nella pace

A ognuno di noi può capitare di essere esule almeno una volta nella vita, perchè dimenticare chi, volontariamente o involontariamente, lo è stato?


" La gente con lo sguardo triste ed incredulo, rivolto verso la città, guardava e salutava, con le lacrime agli occhi la nostra tanto amata Pola e la poca gente rimasta sulla banchina: tristi saluti di addio.
[..]Pola cara, Istria nostra terra, Addio!
[..]Nessuno parlava, carico ognuno del proprio fardello: cupi pensieri e preoccupazioni per il domani, cullati dalla nave della tristezza.
Stavamo navigando verso trieste, era la prima volta che mi allontanavo dall'Istria."

Da Pola cara, Istria nostra terra addio!
 di Francesco Tromba

lunedì 2 febbraio 2015

Io vorrei, non vorrei... ma se voglio...

Ma quanto è difficile...

Vivere e rimanere con i piedi a terra senza darsi limitazioni o false etichette.
La ragnatela che ci avvolge, piano piano, da quando incominciamo a crescere e a guardarci intorno.
Fili e fili che la società e il mondo sociale ci avvolge, trasparenti, invisibili ma forti da togliere quasi il fiato.

Ma il respiro che manca è perchè non ci si sente liberi dentro.
La pancia ribolle come un vulcano, lei vorrebbe esprimersi, provare, sperimentare ma qualcuno non la ascolta; più viene ignorata e più ribolle.

Mi sono accorta di non essere ancora capace di ascoltarla, vorrei esprimermi in un modo e poi cambio idea e cambio maniera. Lei avverte un'emozione e io faccio finta di niente perchè magari la mia mente in quel momento ritiene che proprio quel desiderio o sensazione non siano opportuni.

Quante volte nella mia piccola vita ho sentito dire
 non piangere Alice non è momento,
 non ridere ora Alice non è il posto adeguato,
 non scherzare in questo modo Alice che poi non la prende bene e si arrabbia,
 dovresti arrabbiarti a me avrebbe dato fastidio,
 dovresti dire di no per rispetto a te stessa,

e a queste parole obbedivo e tutt'ora spesso mi capita di obbedire senza chiedere opinione alla mia pancia emotiva, ritendendola meno importante di qualcuno anche appena conosciuto, a cui ho dato poi ascolto.

Questo non è esser liberi.
A lavoro, negli spazi sociali e aperti ci sentiamo in obbligo di tenere e mantenere comportamenti adeguati secondo standard e opinioni universali, tanto da farne con essi il nostro stile di vita.

Ma è proprio lo stile che ci appartiene?
Guardo il viso di alcuni artisti, anche senza soldi, che dedicano il loro tempo a qualcosa in cui credono e vedo sorrisi diversi, hanno più facilità ad ascoltare la loro voce interiore perchè è lei che li guida nel loro lavoro e così nella loro vita.

Dunque non tutti abbiamo questa fortuna, di avere una voce interiore talmente creativa da guidarci a creare ma tutti noi abbiamo la Nostra voce, unica.

Quindi se a lavoro dobbiamo ascoltare principalmente una voce che non è la nostra, oppure mentre camminiamo in centro siamo travolti da stereotipi e ideali di vita che non ci appartengono ma che rimbomano dentro di noi con grande chiasso dobbiamo comunque trovare silenzio per far emergere la nostra opinione.

E piano piano, dando la giusta importanza alla nostra pancia emotiva possiamo imparare a vivere secondo il nostro e proprio stile di vita.
Agire se lo vogliamo, fermarci se lo desideriamo ma senza condizionamenti o false verità.

E a me ancora succede, di voler dire o esprimere un'emozione e di sentirmi bloccata, giudicata, rifiutata.

e questa non è libertà!
Ecco cosa significa quando mi dico di lottare per la propria libertà, ascoltare la propria voce e seguire il cammino che ci vuole far percorrere.

domenica 21 dicembre 2014

Felice di essere felice

Sono felice, di essere felice.

Talmente tanto da esserne emozionata.
Lo sono perchè quello che più mi dà gioia è il rendermi conto che questa mia felicità, di oggi, è frutto di piccoli sorrisi, condivisioni e un bellissimo sole di dicembre.
Speravo ci fosse il sole, speravo di avere la giornata libera e di passarla ad arrampicare in buona compagnia e così è stato.
Meraviglioso.

Mi sembra così incredibile aver passato la giornata nel migliore dei modi che esserne meravigliata, a sua volta, mi provoca felicità.

Questo perchè spesso siamo costretti a fare quello che non vorremmo, a tacere quando in realtà si vorrebbe urlare, diventando quasi attori della nostra vita anzichè principali protagonisti.

Certo è che comunque, male che vada, giornataccia di quelle brutte, ho pur sempre un tetto e una famiglia su cui contare ma, appunto, data questa mia fortuna, sempre di più mi accorgo che ogni giorno è un occasione per trovare in ciascun attimo il suo senso.

In questo momento di crisi,soprattutto, pochi possono permettersi di dedicare tempo a ciò che desiderano, il famoso " tempo libero" perchè sempre più costretti a prosciugare quelle ore investendole per guadagnare qualche spicciolo in più.

Sarà per questo che sono felice, mi sento fortunata, oggi in particolare, per aver potuto trascorrere questa domenica di dicembre come avevo desiderato, anzi, molto meglio :)

Notte

domenica 23 novembre 2014

E chi l'avrebbe mai detto?

C'era un tempo in cui mi son sentita abbandonata...
Quando si passa un anno con una persona che si ama, condividendo molto, poi nel momento in cui realizzi che lui ha deciso di smettere con questa condivisione, una parte nella quotidianità se ne và, ti lascia e il vuoto si sente.

Decisi di andarmene per alcuni mesi, non volevo dover rispondere a domande che mi infastidivano fatte da persone che incrontavo quà e là.
E così iniziò tutto.. il mio primo viaggio... In Irlanda, come ragazza alla pari in una splendida famiglia.
La mia prima volta via di casa per più del tempo di una semplice vacanza, con qualche problema di comunicazione con gli Irlandesi e il loro accento, ma con tante soddisfazioni e gioie da un popolo stupendo e un'atmosfera dentro il mio cuore di iniziale indipendenza.

E con quel primo viaggio, i miei piedi iniziarono a intraprendere il cammino verso una libertà interiore, sono riuscita a percepire alcune mie potenzialità latenti e farne tesoro attraverso la necessità di usarle, scoprendo un atteggiamento nuovo che assorbe qualsiasi lezione che l'esperienza può dare.

Grazie a questa esperienza ha avuto inizio tutto...
Partenze verso qualcosa di sconosciuto, arrivi desiderati, ostacoli improvvisi, paure e emozioni forti che mi hanno formato,

L'immagine che ho di me quella notte in un B&B di Bergamo, il giorno prima della partenza, ora è solo un ricordo...
I miei pensieri nel buio erano mille, dalla situazione di delusione che lasciavo alle mie spalle alla paura del non sapere cosa avrei incontrato...
Ma poi dopo tutto, dopo alcuni anni e varie situazioni, dal sentirmi di colpo non voluta, lasciata in un angolino, criticata e incompresa qualcosa è cambiato.

Ho conosciuto persone che mi hanno arricchito, visi e voci che sento vicine anche se lontane, ricordi che mi scaldano il cuore quando è un pò più freddo, gioie e sorrisi che provo anche solo per cose semplici e che prima non mi avrebbero suscitato le stesse vibrazioni positive.

Tutto perchè ho imparato a conoscermi, cercando di trovare un equilibrio tra le mie mancanze e le mie capacità, comprendendo le prime e valorizzando le seconde.

L'esperienza mi ha insegnato tanto e la necessità di dovercela fare, spesso in solitaria e lontana da aiuti famigliari, ha permesso di scoprire una parte di me che prima era sconosciuta, che altrimenti non avrei mai incontrato.

E chi l'avrebbe mai detto che, a distanza di tempo, quella delusione che provocava qualche doloruccio abbia poi finito per essere il mio più grande trampolino da cui ho fatto il salto, per ora, più coraggioso verso la conoscenza di mè stessa...

Chi l'avrebbe mai detto...

giovedì 20 novembre 2014

Farfalle con l'insonnia...


Una domenica scrissi...

Ho appena finito di vedere Harry ti presento sally proprio carino, anche se il finale ha rischiato quasi di cadere nella mia cerchia di film sdolcinati...


E dopo una pellicola del genere dovrei solamente avere mille domande e dubbi sull'amicizia tra uomo e donna ma non ne ho... forse domani ,ora me ne sto facendo mille ma che con ciò visto nelle ultime due ore zero legami!


Sono qua in letto sul divano con  Gastone che russa con il muso ben piantato a peso morto sul mio braccio sinistro, beato lui.


 No perché è una di quelle sere che vorrei già dormire, visto che mi sento stanca ma allo stesso tempo so già che di colpo non riuscirò, perchè sento quelle farfalle, che di solito si avvertono dopo essere tornati a casa da una bella serata con qualcuno che ci interessa o prima di incontrarlo per la prima volta in un bar o da qualche altra parte.


 Sai quando ti prende quell'ansia, quella sensazione simile alla paura di affrontare qualcosa di diverso o mai provato, oppure anche solo di sentirsi un'idiota a spingere la porta quando invece devi tirare per entrare nel locale in cui quel qualcuno ti aspetta, sempre se non sei in anticipo e allora ti tocca aspettare senza saper cosa fare.


Tutto questo la sera alle dieci nel solito letto senza nessun appuntamento in programma , figuriamoci  e nessun desiderio di averne uno... ma ti pare. 


Ho le guance rosse e la testa che sembra scoppiarmi, ma i pensieri e i miei soliti viaggi mentali non hanno intenzione di saltare in aria, oh no, son ben piantati nel mio cervello. 


Ora scenderò per andare in bagno ma... cè ne vorrà per addormentarmi, colpa di queste farfalle con l'insonnia...cavoli!


Non è domenica, non sto per andare a dormire... ma le farfalle continuano a svolazzare irrequiete!

Accipicchia!

giovedì 13 novembre 2014

Tutti abbiamo bisogno di un attimo solitario..


Spesso mi chiedo se  l'essere solitari sia un bene o un male.
Non sono tipa da passare settimane senza vedere anima viva ma spesso mi definisco solitaria.
Perchè ci sono sensazioni, che capitano in alcuni momenti della mia vita sociale, che mi fanno sentire fuori luogo, incompresa, o bombardata di richieste a cui non posso far fronte o che semplicemente non voglio prendere in considerazione.

E lì arriva il momento in cui torno nella mia isola solitaria di pensieri e voci.
Non lo faccio perchè non tollero opinioni contrastanti, anzi, spesso sono uno stimolo che mi fanno rimanere attiva socialmente, adoro gli scambi di opinioni e qualche discussione ;).

Amo i miei amici, la loro compagnia e la vita sociale; in realtà quello che forse rimane il mio ostacolo è:

Essere me stessa anche quando le circostanze deviano e limitano la mia intenzione.

Infatti, pensandoci, le ore che passo a lavorare il legno, a cucire berretti o a creare qualsiasi altra cosa, sono attimi in cui creo attraverso il silenzio e la concentrazione e che diventano sensazioni uniche perchè momenti nei quali devo essere per forza me stessa;  altrimenti come posso riflettermi nel mio lavoro artistico?
E io gli adoro, non potrei farne a meno. Sono la manifestazione totale del mio corpo e della mia volontà.

Dunque il problema qui non c'è perchè sono serenamente quella che sono, ma ecco che arriva quando non sono più centrata, quando mi sperdo nell'aria fuori dal mio corpo, quasi svanendo.
Sono gli istanti in cui mi sento forzata a dire Si quando vorrei dire No, ad accettare una cena con chi mi fà andare già l'antipasto per traverso, essere dove non vorrei oppure fare quello che non mi appartiene. Tutto per paura di essere considerata poco socievole e la paura porta a deviarci totalmente, senza essere più a fuoco.

Ecco quindi, mi dico, perchè nel mio momento solitario a volte ho bisogno di rifugiarmi più a lungo, o perchè ho scelto fino a poco tempo fà di viaggiare quasi sempre da sola, senza orari nè abitudini diverse.
Non è intolleranza ma semplicemente penso di essere nella fase della mia vita in cui ho bisogno di stare più con me stessa, per conoscermi fino in fondo e riuscire poi a esserlo sempre con o senza stimoli sociali e deviazioni che possono solo che destabilizzarmi.

Trovare spazio nella propria vita per attimi solitari può dunque portare a comprenderci meglio: l'arte, la creatività o una passione possono essere lo strumento grazie al quale possiamo crescere, conoscersi e vivere poi serenamente e consapevolmente in un sistema sociale che potrà sempre mettere in discussione il nostro essere, giorno dopo giorno.

Tutti abbiamo bisogno di un attimo solitario, chi più chi meno.

giovedì 6 novembre 2014

Interminabile pioggia di lacrime

Novembre è sempre stato uno dei mesi che personalmente ritengo più profumato, intenso e penetrante come la sua umidità.

Le giornate di certo non sono le più lunghe nè le più calde ma, quella nebbiolina grigio chiara, bassa e che si muove fra gli alberi e i marciapiedi sempre mi incuriosisce, è misteriosa, silenziosa.

Come la neve che silenziosamente abbraccia creando un'atmosfera da favola, la nebbia misteriosamente scorre fra le vie delle città con qualche primo profumo di camino acceso e legna, o di bosco, meraviglioso!

Siamo ai primi giorni di novembre ma questa volta la pioggia mi sembra diversa.
In gallizia l'anno scorso ha piovuto per un mese di fila, ma essendo la normalità, mi ci ero fatta l'abitudine; a questa pioggia non riesco a non pensarci.

Con qualche tuono incazzoso, scende interminabile, velocissima, allaga e ricopre città intere.
Non posso fare a meno di scrivere che vedo questa pioggia come lacrime di questo caro mondo.
L'interminabile sfruttamento di questo pianeta, dando scarsa e nulla importanza alle sue conseguenze, non poteva che generare una reazione istintiva della natura stessa.
Lei che insegna con il suo ritmo e il suo perfetto equilibrio, quanto sia indispensabile e necessario rispettare i tempi e i ritmi naturali delle cose; lei non è stata ascoltata.

E ora piange, disperatamente, tra le sue nuvole pensierose e i suoi tuoni determinati a farsi sentire...

Se proprio proprio nella pioggia non vedete le sue lacrime pensate a lei come la padrona di casa, che può decidere da un momento all'altro di sfrattarci a tutti quanti...




venerdì 31 ottobre 2014

Poichè l'alba si accende

Amo la poesia,
quella piena e gonfia di calore e energia,
quella che scorre veloce quando la leggi
ma resta ferma immobile nella pancia e nel cuore.
Da mangiare e sperare di non esserne mai sazi.

Vicino al mio letto, ho un foglio A4 di carta, quella da pacco, dove ho scritto sopra con cere colorate quando ero in Spagna, una delle mie poesie preferite, tutt'ora nella mia hit.

Non vorrei completamente trasciverla qui, quando si legge di mattina appena svegli è Magica e, appunto , metterla qui per intero ora non ne vedo il momento ma... vorrei solo metterci alcune paroline, che diano un bel buon giorno, ogni giorno, a chi le legge.

[..]
 e basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
basta con l'abominevole rancore! basta
con l'oblìo ricercato in esecrate bevande!

Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,


io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino; 
[...]

Poichè l'alba si accende...
Abbiamo l'immenso regalo di poter vivere con l'anima che trionfa, ogni giorno

A noi la scelta.

( La foto è di una bella mattina invernale in una spiaggia della Gallizia)

martedì 28 ottobre 2014

C'è chi chiede, c'è chi risponde e c'è chi abbraccia entrambi dopo aver dato ascolto.

Quante domande ultimamente nei miei monologhi, silenziosi, che la mia fronte nasconde.

Leggendo delle rime cupe, nebbiose e oscure prima di addormentarmi, che personalmente vedo come una bella ninna nanna, al continuo incontro di punti interrogativi ho riflettuto.

Mi sembra, cullato da quei colpi monotoni, che in gran fretta, da qualche parte, si stia inchiodando una bara. Per chi? Ieri era ancora estate, ed ecco, l'autunno. Questo rumore misterioso suona per una partenza.

Ho riflettuto sulle mie continue domande, ( che si! ) nascono dai miei dialoghi interiori e anche a quelle rivolte direttamente ad un amico nel bel mezzo di una sana conversazione o a più di uno.
Chiedo, ho fame di risposte, e il più delle volte mi scopro intollerante di quelle che mi vengono servite sul piatto.
Schizzignosa, pretenziosa potrei essere, è che io chiedo perchè ho bisogno di risposte, ho bisogno, le voglio.

Questo è il problema e se non coincidono con le mie aspettative, crollo.
Pura e forte insicurezza mi son detta.

Ci sono persone, mi dico, predisposte a chiedere, non  che tutte siano insicure, ma ritengo che ci sia proprio la categoria sociale delle persone che per natura chiedono;
 e poi ci sono loro, la categoria delle persone che per propria volontà amano rispondere, danno spiegazioni, finiscono con punti esclamativi!
I secondi dunque li vedo sicuri, poi a volte c'è il rischio di esserlo troppo e di poter così diventare incapaci a mettere in discussione le proprie teorie e convinzioni...

Penso, rifletto su queste due figure antropologiche , continuo a farmi le mie solite domande.

Poi mi immagino qualcuno che alla fine del discorso fra le due parti si alza da una sedia in un angolino che i due non avevano nemmeno visto, un'altra figura che avvicinandosi lentamente li avvolge nascondendoli con le proprie braccia e un mantello, grigio di feltro.

Lui è quel tipo di persona che ascolta.
Comprende le domande, riflette sulle risposte, ma non dice nulla.
Che chiude il discorso con un sorriso lieve, come quello di un dolce padre.
Una delle mie difficoltà più grandi ora è riflettermi in lui. Fare quello che ascolta.
Amo ascoltare il silenzio ma non duro molto;
Amo ascoltare mia nonna ma poi parlo.
Amo ascoltare musica ma subito canto.

Vorrei ascoltare tutti, smettere di chiedere e non sentir la brama di rispondere dentro la mia pancia.
Non voglio sminuire le prime due figure antropologiche ma vorrei essere in grado di acquisire questa tanto desiderata capacità, diventando prima di tutto ascoltatrice.

Potrebbe essere la risposta a tutte le mie domande.




domenica 12 ottobre 2014

Una domenica scrissi queste parole... oggi è domenica.

Un domenica invernale di tempo fà scrissi queste parole e rileggerle oggi, domenica autunnale, mi ha fatto piacere...
Quando si dice, mi sembra di avere la testa in un acquario, è come ora; alle dieci di una domenica sera che sta per finire e alle spalle ho un fim di woody Allen anticipato da  american beauty entrambi raccolti a fagotto dai miei soliti pensieri vaganti che l ultimo giorno della settimana diventano più nuvolosi e fitti. Oggi banana yoshimoto salta, sono troppo stanca, ma posso concedermi un aforisma di mister bukowski che sfoglio a casaccio, il primo che capita, vediamo :

Non essere giu perché la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un altra e ti lascerà anche quella.

Quale miglior metodo per me se non quello di addormentarmi con una foglia di cinismo che mi appare piu forte della camomilla.
Non per questo devo essere cinica pure io ma nel mio caso trovo piacevole confrontarmi con pareri e opinioni sulla vita e la quotidianità contrastanti e diverse; mi stimolano a riflettere ancor di più. Questo non significa che penso attraverso aforismi altrui facendoli miei ma invece ne faccio tesoro accoppiandoli alla mia maggior fonte di riflessione, l'esperienza personale, che, in una domenica qualunque, può essere ricca grazie a un ubriacone cinico, ad un umoristico realista quattrocchi e a quel spirito di osservazione che sto, giorno dopo giorno, facendo fiorire..
Perche anche un sacchetto di plastica che si muove nell aria un minuto prima di nevicare, con l'energia che si avverte in questi casi, sta danzando, regalando il momento dolce a chi è capace di osservarlo. 

venerdì 10 ottobre 2014

Emozioni fuggenti...


Io le riassumo in: espressione delle nostre emozioni, 
Siano quello che siano, belle o brutte.

Cogli l'attimo, non solo l'opportunità che ti può dare, l'attimo di essere quello che siamo consapevoli delle nostre emozioni.

Il classico treno che passa non è solo metafora di grandi occasioni ma, di grandi emozioni.
Per sentirle, coglierle, esternarle, parlare di loro ci serviamo di poesia, romanticismo, linguaggio corporale, arte, musica e chi più ne ha più ne metta. Emozioni che si trasformano in creative perchè in grado di creare un qualcosa al di fuori del nostro corpo, della nostra pancia, della nostra sfera emotiva.

E' proprio questo l'attimo da cogliere? Sentirsi emotivi e sensibili, pronti a creare qualcosa di meraviglioso e non bloccarci? lasciarci andare e creare, creare e creare,

Quando poi questo attimo ci sfugge, che sia per limitazione nostra o data da fattori esterni alla nostra volontà, il colpo è forte.
Perchè si parla di emozioni, di fagotti dentro noi stessi pronti a sciogliersi per sperdersi nell'aria, ma se continuano a richiudersi, avvolgersi formando nodi, li il blocco è inevitabile.

Camminando in marcia, tutti allo stesso modo, come possiamo pretendere di differenziarci per quello che siamo, per le emozioni che proviamo senza vergognarcene?
Non è solo questione di essere diversi, io questa storia non la digerisco.
La questione è essere quello che siamo, trasformando le emozioni in attimi unici e irripetibili.,
Respiri lunghi o respiri brevi agitati, ma unici, i nostri.
Dico che non digerisco la storia dell'essere diversi perchè anche questa induce a essere qualcosa che non siamo, diversi dagli altri, e se fossi simile a qualcuno? dov'è il problema? questa storia non regge.

Forse, dico, accettare la diversità negli altri ci porta a evitare quelle emozioni destabilizzanti che si creano con il giudizio e quindi va bene ma, l'importante penso sia inizialmente evitare di essere diversi da noi stessi.

Due strade trovai nel bosco, e io scelsi la meno battuta...

L'importante è scegliere quello che si ritiene più giusto e coerente rispetto quello che siamo,
Io direi: fra le due strade scelsi quella che credevo giusta, si rivelò meno battuta.

ma dire di averla scelta perchè meno battuta e dunque percorrendola perchè diversa da quella degli altri non è pur sempre insistere a esser diversi? Indurre alla diversità o indurre a esser sè stessi senza paura di poter esser diversi sono due cose distinte.

La spinta per uscire dall'omologazione, dalle stereotipie e dall'influenza delle opinioni degli altri può essere incentivata dalla valorizzazione della diversità, ma non deve diventare lo scopo.

Lo scopo, a mio parere : Succhiare il midollo della vita  e non scoprire in punto di morte che non siamo vissuti.

Buon venerdì di ottobre

martedì 7 ottobre 2014

Primi contatti con il meraviglioso linguaggio delle rocce.

Sono passati tanti giorni dalle mie ultime parole ma questo non vuol dire che i miei pensieri vagabondi si siano fermati.

Ora ho uno zaino carichissimo che andrò a liberare poco a poco.
Carico di pezzetti di roccia, erba, sassolini, terriccio rosso.

Grazie ad alcuni cari amici, in questo ultimo periodo ho potuto finalmente, dopo anni di " un giorno proverò", metter i miei piedi sulle roccie ma questa volta non a piedi nudi e non per poi tuffarmi a testa nell'acqua.
E ora chi si ferma più?

Amore a  prima vista anzi no, non è amore, è qualcosa che non avevo mai provato prima nonostante gli anni di sport passati, quasi 18; è  una sensazione simile ai momenti prima dell'innamorarsi, quando sei in un continuo stato di agitazione e formicolio alla pancia, quando niente è certo ma tutto quello che provi è piacere, con qualche ansia qua e là.

Sono riuscita fino ad ora a trovare una grinta che non pensavo di avere, la mia testardaggine che per la prima volta mi dà quella spinta necessaria nei punti in cui dentro di me c'è una voce che dice di fermarmi, che vuole rimandare l'ostacolo alla "prossima volta".

Sono riuscita un pò a capire quello che un mio allenatore di calcio mi diceva:
 " Se mentre devi parare un rigore ti dici a tè stessa che non riuscirai a pararlo, non ci riuscirai; prova a crederci e a ripetere che la palla, dopo il tiro, sarà fra le tue mani."

Com'è importante la fiducia in sè stessi e ora come ora sto incominciando a comprenderlo...
La consapevolezza di sè stessi e la fiducia per quello che siamo e le nostre capacità sono una coppia vincente.

Come posso pretendere di salire se nel momento in cui lo sto facendo la mia attenzione e concentrazione vanno alle mani e non ai piedi? che sia la salita di una scala, di una roccia o di un sentiero...
Può sembrare banale ma non lo è, infatti se proviamo distesi a chiudere gli occhi e immaginare,partendo per esempio dai piedi, ogni parte del nostro corpo qualcosa sicuramente ci sfugge o non ci ricordiamo com'è fatta nella sua integrità.
Spesso a me succede di non riuscire a visualizzare un dito dei piedi, o la forma del mio pollice eppure, mi dico, sono parti di me da 24 anni.


Consapevolezza del tutto e non di una parte...

Piccole lezioni che ho potuto ricevere da un linguaggio che sto iniziando a sentire, comprendere per poterlo poi trasportare nella mia quotidianità, una comunicazione non verbale ma molto profonda, istintiva, naturale.
Grazie alla natura e alle sue forti e imponenti rocce.


lunedì 22 settembre 2014

Laputa, Castello nel cielo.

È nella canzone della terra di Gondoa - «Nella terra radici piantiamo, con il vento la vita passiamo, con i semi gli inverni superiamo, con gli uccelli la primavera cantiamo» - Per quante spaventose armi si possano brandire, per quanti poveri robot si possano comandare, vivere separati dalla terra non è possibile!

Non c'è niente di più bello dell'addormentarsi dopo essersi commossi per un film pieno di dolcezza e sensibilità.
Devo dire che l'inizio è stato piuttosto duro da affrontare perchè, come dice la principessa, quando era piccola le avevano insegnato un sacco di parole ed incantesimi portatori e creatori di belle cose ma c'era anche quello... l'impronunciabile incantesimo della distruzione.
Un'inizio violento, insensibile e quasi sentimentalmente robotico.

Ma questo film è stato in grado di aiutarmi a comprendere, in parte, quello che per me tutt'ora resta difficile da ammettere: per far risplendere la luce ci vuole un momento antecedente di oscurità.

Quello che è fondamentale è credere nella luce anche quando siamo immersi nell'oscurità o il sole sta tramontando.

Crederci è fondamentale, aiuta a sviluppare e diffondere positività rispetto l'avvenire credendoci senza riufiutare il presente.
Le lezioni che vengono dall'esperienza ci portano a comprendere che il passato e il presente non vanno mai dimenticati nè rinnegati.

Siamo quello che siamo grazie a quello che siamo stati e alle decisioni che possiamo prendere ed è per questo che, anche i momenti che vorremmo cancellare perchè ritenuti sconfitte o perdite, sono pezzi di puzzle prezioni da unire.

E il nostro più grande passato è la nostra origine, la madre terra.

Se riusciamo a non dimenticare questa origine universale di qualsiasi forma di vita, possiamo cambiare il presente e chiaramente trovare luce  nel futuro.
Siamo spesso immersi nell'oscurità, soprattutto percettiva e sensitiva, che non aiuta a percepire la luce e l'energia che dentro di noi c'è, presente in ogni organismo naturale,presente in tutte le forme di vita, per avvertirla e  diffonderla dedicando maggiore attenzione e tempo allo sviluppo sensoriale  e emozionale, preferendo positività a negatività, comprensione e gioia di ciò che si è e di ciò che si ha.

L'amore per qualsiasi gesto o atto quotidiano, un grazie eterno all'esistenza e un continuo rispetto degli altri e della diversità questa è la luce che ci può far brillare.

 Difficile da vedere nei momenti più cupi ma se dentro di noi risplende, diventa facile da trovare.

domenica 7 settembre 2014

Riflessioni del sole

Pensavo a me, alla mia continua irrequietezza... ho fretta tutto qua.
Fretta di fare tutto quello che desidero, saltare qualche passo, correre e arrivare li dove in un preciso momento vorrei.
Fretta, quasi cieca, non mi lascia riflettere troppo nè osservare meglio quello che intorno mi capita; mi ricordo Terzani in un intervista con sua moglie che proprio descrive i giovani di oggi come animati da una continua fretta che li fa correre veloci come in un autostrada. Non c'è tempo per le cose piccole e lievi che durante la corsa passano davanti, c'è ne sarebbe di più se rallentassimo il passo, ma è cosi difficile... mi sembra quasi impossibile.
Quello che vedo passare veloce è il tempo, anche se ho solo 23 anni e con questo mio modo di vivere sempre di corsa mi sembra di sentire di meno il peso del tempo e della sua unicità. Mi sbaglio, lo so, ma non riesco a fare a meno di continuare ad aumentare il passo.
Intanto questa mattina risplende il sole e, con tutta calma, me lo pappo per colazione! 

Buon dì e che sia meno frettoloso di sempre! Proviamoci!

La foto è di una mattinata solitaria invernale nel Parque del Retiro, mi ricorda belle sensazioni e calma.

sabato 6 settembre 2014

Conversazioni silenziosamente naturali

Alle volte si scrive subito dopo una precisa avventura o nel mentre, oppure prima di iniziarla...
In questo caso scrivo qui sotto quello che ho pensato dopo aver visto una mia foto di una mattina in mezzo ai monti di Bolzano, non era un'avventura ma solo una semplice camminata in buona compagnia, circondata da cugini e dal profumo di bosco appena sveglio.

Tendi la mano, in modo muto,
Senza volere eco nè risposta.
La natura te lo insegna, il silenzio.
Lei non si loda,
Si ama.
Ama ciò che è parte di lei,
Non si pone al di sopra degli altri,
Lei avvolge il tutto con calde vibrazioni.
Trasmette energia comune,
Se pronti ad accoglierla.
Irrompe con forza distruttrice
Se pronti a ferirla.
Con equilibrio e armonia,
Bilancia ogni cosa,
Destreggia ogni elemento.
Con sussurri lei comunica,
Noi con urla intasiamo le nostre orecchie.
Ma se per un attimo ci fermiamo,
Consapevolmente noi stessi,
Semplicemente avviamo,
Una conversazione silenziosamente naturale.

Perenne Incomprensione

È come se avessi un buco, piccolo, invisibile dentro la pancia.
Proprio sotto l'ombelico, sento un costante bisogno di farci penetrare, con un calmo e profondo respiro, dell'aria fresca.
Aria di una mattina limpida, fresca, chiara...
la immagino così azzurra da farmi risplendere  di gioia quando ci si ficca in quel buchetto.
Respiro veloce, non ci faccio caso, agito me stessa tutto il giorno con una costante incomprensione tra ciò che penso e ciò che faccio, tra il dire ed il mio fare, tra il vedere e il non voler vedere.
L'agitazione è la mia reazione in risposta a quello che non vorrei, durante la giornata, accadesse.
Come un inutile ritardo oppure un mignolo contro il letto, o rendermi sempre più conto dell'egoismo umano.
Si, vorrei forse non rendermene conto, oppure comprenderlo e accettarlo, ma non ci riesco.
Vorrei accettare qualsiasi crimine, anche l'uccisione di un ape per colpa di un pesticida... non comprendo... c'è incomprensione dentro me. Mi agita.
A ripensarci mi torna la malinconia, mi balzano per la mente le mie solite domande esistenziali, ho paura nel darmi le risposte.
Vorrei vedere Amore sia dentro che fuori di me.
Non è facile, ma quando lo trovo lo annuso... ecco l aria fresca di cui parlavo.

venerdì 5 settembre 2014

About Alice... ops! volevo dire about Schmidt!

Non c'è film che non mi faccia riflettere, se vedo la storia di un pensionato che si ritrova a fare i conti con una vita ritenuta ormai priva di senso e poco modificabile, figuriamoci... 

L'universo è cosi grande che fare la differenza, dice Schmidt, sembra quasi impossibile.

Come dargli torto, penso sia già ottimo rendersene conto. Ma mi chiedo, c'è davvero la necessità di farla la differenza? 

Questo bisogno che si avverte ha un impronta molto egoistica: è il nostro ego che comanda... forse la speranza è quella di essere ricordati anche dopo la nostra morte e il decesso poi di  tutti quelli che ci conoscevano e potevano portar ricordo?
Dunque il senso della nostra vita diventa questo: vivere per lasciare il segno ed essere poi ricordati per sempre.
Problema che secondo me Leonardo da vinci o i Beatles non si erano posti. 
Forse più diventa obiettivo della vita meno diventa realizzabile e se alla fine la differenza la si è fatta e lo scopo visto come tale è stato compiuto poco importa, diventa egoismo.

Tranquillizza però, prima di morire, avere la certezza di aver vissuto la vita senza sprecarla...
ma a mio avviso cosi è essere codardi, si diventa dipendenti da questo obiettivo lottando senza ascoltare sè stessi fino infondo.
Difficile è essere felice di quello che si è , lo è perfino a ventitrè anni.. come si può essere felici se  avvertiamo un costante bisogno di successo?
In amore, al lavoro, in ogni minima forma di tentata vittoria, se non arriva è una sconfitta...
e quale sconfitta peggiore se non quella nella lotta per il successo?in qualsiasi sua forma.
 Dove vi è lotta e conflitto vi sarà sempre un successo o una sconfitta, il conflitto è l'origine dell' infelicità...
Siamo infelici perché perennemente in conflitto con noi stessi e verso gli altri, con desideri speranze ed emozioni volute ma perse o mai toccate, con proiezioni di vita mai avverate.
Elimimare il conflitto.... 
per me ora sembra un utopia, il bello è che però ci credo e ci scrivo a riguardo.

Discorsi infiniti con il mio fedele compagno Gastone

Questa mattina mi sveglio con il mio bassotto Gastone che non aveva nessuna intenzione di aprire i suoi tranquilli occhietti.
Scendo le scale e faccio colazione con caffè e latte nella mia ciotola.
Mi siedo un secondo sul divano per accarezzare Black e purtroppo la Tv accesa stava emettendo SKY TG 24, la peggior cosa da ascoltare appena alzati e il mio umore è stato subito manomesso:

Questo mondo popolato da uomini egoisti, prepotenti e insensibili mi fà sempre più schifo.
Dei morti in Palestina e in Israele non se ne parla più perchè non fà più notizia il passato, lo fanno solo il presente ed il futuro.
Questo dovrebbe essere il mio mondo dove ancora dopo millenni la pace e la garanzia di una vita pacifica e sana non sono per tutti.
Si dice che la casa, la vera casa sia il mondo stesso.
Lui è la mia grande culla che mi dondola con il sole e la natura ma poi costantemente arriva un parente odioso che non sento per nulla famigliare a buttarmi giù dalla culla facendomi sbattere la testa e piangere, è quello schifo di governo,nazione, istituzione che pensando di svegliarmi per un buon giorno mi fà cadere nell'incubo più brutto di sempre: la realtà del mondo d'oggi.


Questo è quello che una mia piccola crisi mattutina è stata in grado di farmi tirar fuori.
Rabbia.
Ma adesso no, decido di guardare dinuovo Gastone, lui di tutto questo non ne sà niente, non può percepire fino a dove possa spingersi l'uomo.
Lui forse pensa a noi umani come persone con cui dormire al calduccio, disposte ad accarezzarlo tutto il dì e a dargli sempre la pappa pronta.
No Gastone non sono tutti così, ma forse è meglio che tu questo non lo sappia.

giovedì 4 settembre 2014

Il vento del destino

Che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle...
lo dice un giovane e affascinante trafficante di droga fuggitivo , ignaro di tutto quello che li sarebbe poi ancora successo, brindando con il padre a cui era riuscito far visita;
mentre la madre, a sua insaputa, chiama la polizia per arrestarlo, invasa dalla rabbia e dalla delusione nel vedere il chiaro futuro che suo figlio avrebbe avuto.
Chi muove il vento? Lo stesso che decide di farci risplendere il sole in viso portandoci poi a ballare con le stelle? È sempre lui, il destino a muovere le cose? Impossibile da destreggiare, stupefacente nelle sue decisioni e molto spavaldo.
E se tutte queste metafore fossero frutto della nostra più chiara illusione? La stessa che ci porta a creare ciò che è bello e ciò che non lo è, che ci accompagna nei momenti più tristi e in quelli più solari. Perché infondo illuderci di non aver completo controllo di ciò che ci accade ci decolpevolizza nel momento stesso in cui abbiamo bisogno di dare la colpa a tutto invece che a noi stessi. E nei momenti più belli della vita suona romantico dire: era destino che ci incontrassimo; per non dire invece che è stato frutto solo della coincidenza di trovarsi.
Non è essere realisti ma solamente essere codardi invece che assumersi le proprie responsabilità o di accettare quello che accade come processo naturale del vivere nel mondo;
Che poi non si è nemmeno romantici quando si ringrazia il destino, si diventa opportunisti, visto che alla prima delusione finiremo per odiarlo nuovamente.
L illusione crea dipendenza... non fateci uso.
Notte


Bianca e leggera ma poi Nera, come il petrolio.

Non so cosa mi abbia spinto a scrivere su questo blog.
ma...

E' stato Pi, si.. forse non Pi, forse Richard Parker o forse unicamente il mio fortissimo bisogno di scrivere per la prima volta in formato digitale, dopo tanti anni che lo faccio su di un foglio che poi finisce nel mio dimenticatoio o in qualche cassetto e poi buttato alla prima pulizia di primavera.

Non ho bisogno che qualcuno commenti quello che scrivo, non sò di cosa io abbia bisogno...
Forse vorrei scrivere come sempre, nella maniera di sempre, distratta per un pò e poi altrettanto distante, ma quando inizia una crisi ho bisogno di scrivere e la carta si mi piace ma non mi basta.

Dove sono, cosa sono e perchè... e ho anche il sospetto che non sia un buon esempio ma,
la crisi è tutt'altro che folle, se fosse un mio personale momento in cui devo sprigionare quello che la mia emotività sente? Magari,penso, a qualcuno queste mie crisi  potrebbero piacere, leggendo le mie parole nate da uno stato malinconico, euforico, singolare e del tutto personale...

Non ho nemmeno bisogno di lettori mi dico,  ma il blog nasce anche per questo, io scrivo poi qualcuno legge e forse commenta e dunque penso " Le mie parole sono state lette", ma quando io rileggo quello che sulle mie pagine scrivo, le stesse parole vengono lette quindi dovrebbe bastarmi così.

No non mi basta ecco.

Ho 23 anni e amo perdermi nell'aria fresca e energizzante della natura,
poi ricado per  sperdermi, come fossi una macchia nera di petrolio, nel mare dei miei vari pensieri che, appena si fanno contrastanti, creano onde vibranti e nervose che mi destabilizzano dimenticando per un momento quella bella sensazione di freschezza, chiarezza e limpida energia in cui  inizialmente e volontariamente mi perdo.

Questa è una mia consueta abitudine, sentirmi leggera e in sintonia con il movimento naturale della Terra e ritrovarmi poi un attimo dopo intossicata e sporca, potenzialmente nociva per chi mi sta vicino di rabbia o opposta apatia.

Sorrido, amo sorridere.
Quello che più mi piace sono i gesti e le persone puramente amorevoli.
Un abbraccio per me è ancora difficile da dare, ma amo quando qualcuno amichevolmente me lo offre e mi travolge d'affetto.
Piango molto di più quando vedo amore e sensibilità, piango di felicità e poi cado nella tristezza di vedere ancora in questo mondo Odio e Disprezzo.
Dopo esser caduta mi riempio ancor di più di rabbia per non esser ancora riuscita a cambiare questa mia propensione personale incazzosa alla realtà delle cose.

Amo la frase, Io sono il problema e Io sono la soluzione,
sarà forse per questo che mi arrabbio facilmente con me stessa, probabilmente mi dò troppe colpe e non dovrei fissarmi così troppo.
Potrei solamente accettare la realtà per quella che è e cercar di far fiorire la mia amorevolezza,
forse quando sarà fiorita potrò aiutare a far fiorire quella di qualcuno che come me ne ha bisogno.


Buona serata.