venerdì 10 ottobre 2014

Emozioni fuggenti...


Io le riassumo in: espressione delle nostre emozioni, 
Siano quello che siano, belle o brutte.

Cogli l'attimo, non solo l'opportunità che ti può dare, l'attimo di essere quello che siamo consapevoli delle nostre emozioni.

Il classico treno che passa non è solo metafora di grandi occasioni ma, di grandi emozioni.
Per sentirle, coglierle, esternarle, parlare di loro ci serviamo di poesia, romanticismo, linguaggio corporale, arte, musica e chi più ne ha più ne metta. Emozioni che si trasformano in creative perchè in grado di creare un qualcosa al di fuori del nostro corpo, della nostra pancia, della nostra sfera emotiva.

E' proprio questo l'attimo da cogliere? Sentirsi emotivi e sensibili, pronti a creare qualcosa di meraviglioso e non bloccarci? lasciarci andare e creare, creare e creare,

Quando poi questo attimo ci sfugge, che sia per limitazione nostra o data da fattori esterni alla nostra volontà, il colpo è forte.
Perchè si parla di emozioni, di fagotti dentro noi stessi pronti a sciogliersi per sperdersi nell'aria, ma se continuano a richiudersi, avvolgersi formando nodi, li il blocco è inevitabile.

Camminando in marcia, tutti allo stesso modo, come possiamo pretendere di differenziarci per quello che siamo, per le emozioni che proviamo senza vergognarcene?
Non è solo questione di essere diversi, io questa storia non la digerisco.
La questione è essere quello che siamo, trasformando le emozioni in attimi unici e irripetibili.,
Respiri lunghi o respiri brevi agitati, ma unici, i nostri.
Dico che non digerisco la storia dell'essere diversi perchè anche questa induce a essere qualcosa che non siamo, diversi dagli altri, e se fossi simile a qualcuno? dov'è il problema? questa storia non regge.

Forse, dico, accettare la diversità negli altri ci porta a evitare quelle emozioni destabilizzanti che si creano con il giudizio e quindi va bene ma, l'importante penso sia inizialmente evitare di essere diversi da noi stessi.

Due strade trovai nel bosco, e io scelsi la meno battuta...

L'importante è scegliere quello che si ritiene più giusto e coerente rispetto quello che siamo,
Io direi: fra le due strade scelsi quella che credevo giusta, si rivelò meno battuta.

ma dire di averla scelta perchè meno battuta e dunque percorrendola perchè diversa da quella degli altri non è pur sempre insistere a esser diversi? Indurre alla diversità o indurre a esser sè stessi senza paura di poter esser diversi sono due cose distinte.

La spinta per uscire dall'omologazione, dalle stereotipie e dall'influenza delle opinioni degli altri può essere incentivata dalla valorizzazione della diversità, ma non deve diventare lo scopo.

Lo scopo, a mio parere : Succhiare il midollo della vita  e non scoprire in punto di morte che non siamo vissuti.

Buon venerdì di ottobre

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