martedì 10 febbraio 2015

Il giorno del ricordo, che meno si ricorda.


Da figlia di madre esule e nipote di nonni istriani appena ora alle 16.00 mi accorgo che oggi è il giorno del ricordo.

Si dice, infatti, che il 10 febbraio la Repubblica Italiana lo riconosca come tale per non smettere di dimenticare un pezzo di storia importante ma che nei libri a scuola di pagine ne ricopre poche.

Il ricordo c'è sempre quando con parenti si ritorna aldilà del confine, quando chi ha vissuto in prima persona racconta le varie storie di vita nel campo profughi o prima della partenza.

Le case in cui i miei nonni e quelli di molti altri hanno vissuto oramai sono solo un vero ricordo.
Quando ero più piccola non capivo cosa avesse potuto significare per i miei nonni abbandonare tutto quello che avevano creato per un futuro incerto che partiva da una baracca prefabbricata in qualche campo per profughi.

Una vita nuova, un nuovo futuro. loro sempre gli stessi ma con cognomi italianizzati e appartenenti alla categoria sociale di esuli.

Come può una famiglia, anche dopo generazioni, dimenticare?
Loro, i miei nonni, non ci sono più ma io continuo ad essere la nipote di istriani e continuo a esserne orgogliosa.

Lo sono perchè quello che più mi piace è la mia origine varia.
Vivo a Monfalcone da quando ho 6 anni ma sono nata a Trieste con origini istriane e friulane con un cognome nettamente austriaco, cosa vorrei di più?
Ho la carta d'identità Italiana ma non mi sento Italiana; sì parlo la lingua italiana ma io mi sento più a mio agio quando mi chiamano per nome.

Giorno del ricordo, per ricordare l'esodo di tutte le persone che per idee politiche sociali e ideologiche hanno voltato le spalle al passato per un diverso futuro con sacrificio e determinazione
dicendo così potremmo essere esuli tutti!
Ecco perchè invito a riflettere e a informarsi riguardo questa vicenda, perchè può essere un grande esempio di come cambiare e camminare verso sentieri e strade inesplorate senza paura di cosa succederà.

Possiamo essere esuli della rabbia per rifugiarci nella tranquillità
                           esuli di uno schema sociale per rifugiarci dentro ad una varietà sociale
                           esuli dalla guerra per rifugiarci nella pace

A ognuno di noi può capitare di essere esule almeno una volta nella vita, perchè dimenticare chi, volontariamente o involontariamente, lo è stato?


" La gente con lo sguardo triste ed incredulo, rivolto verso la città, guardava e salutava, con le lacrime agli occhi la nostra tanto amata Pola e la poca gente rimasta sulla banchina: tristi saluti di addio.
[..]Pola cara, Istria nostra terra, Addio!
[..]Nessuno parlava, carico ognuno del proprio fardello: cupi pensieri e preoccupazioni per il domani, cullati dalla nave della tristezza.
Stavamo navigando verso trieste, era la prima volta che mi allontanavo dall'Istria."

Da Pola cara, Istria nostra terra addio!
 di Francesco Tromba

Nessun commento:

Posta un commento