lunedì 2 febbraio 2015

Io vorrei, non vorrei... ma se voglio...

Ma quanto è difficile...

Vivere e rimanere con i piedi a terra senza darsi limitazioni o false etichette.
La ragnatela che ci avvolge, piano piano, da quando incominciamo a crescere e a guardarci intorno.
Fili e fili che la società e il mondo sociale ci avvolge, trasparenti, invisibili ma forti da togliere quasi il fiato.

Ma il respiro che manca è perchè non ci si sente liberi dentro.
La pancia ribolle come un vulcano, lei vorrebbe esprimersi, provare, sperimentare ma qualcuno non la ascolta; più viene ignorata e più ribolle.

Mi sono accorta di non essere ancora capace di ascoltarla, vorrei esprimermi in un modo e poi cambio idea e cambio maniera. Lei avverte un'emozione e io faccio finta di niente perchè magari la mia mente in quel momento ritiene che proprio quel desiderio o sensazione non siano opportuni.

Quante volte nella mia piccola vita ho sentito dire
 non piangere Alice non è momento,
 non ridere ora Alice non è il posto adeguato,
 non scherzare in questo modo Alice che poi non la prende bene e si arrabbia,
 dovresti arrabbiarti a me avrebbe dato fastidio,
 dovresti dire di no per rispetto a te stessa,

e a queste parole obbedivo e tutt'ora spesso mi capita di obbedire senza chiedere opinione alla mia pancia emotiva, ritendendola meno importante di qualcuno anche appena conosciuto, a cui ho dato poi ascolto.

Questo non è esser liberi.
A lavoro, negli spazi sociali e aperti ci sentiamo in obbligo di tenere e mantenere comportamenti adeguati secondo standard e opinioni universali, tanto da farne con essi il nostro stile di vita.

Ma è proprio lo stile che ci appartiene?
Guardo il viso di alcuni artisti, anche senza soldi, che dedicano il loro tempo a qualcosa in cui credono e vedo sorrisi diversi, hanno più facilità ad ascoltare la loro voce interiore perchè è lei che li guida nel loro lavoro e così nella loro vita.

Dunque non tutti abbiamo questa fortuna, di avere una voce interiore talmente creativa da guidarci a creare ma tutti noi abbiamo la Nostra voce, unica.

Quindi se a lavoro dobbiamo ascoltare principalmente una voce che non è la nostra, oppure mentre camminiamo in centro siamo travolti da stereotipi e ideali di vita che non ci appartengono ma che rimbomano dentro di noi con grande chiasso dobbiamo comunque trovare silenzio per far emergere la nostra opinione.

E piano piano, dando la giusta importanza alla nostra pancia emotiva possiamo imparare a vivere secondo il nostro e proprio stile di vita.
Agire se lo vogliamo, fermarci se lo desideriamo ma senza condizionamenti o false verità.

E a me ancora succede, di voler dire o esprimere un'emozione e di sentirmi bloccata, giudicata, rifiutata.

e questa non è libertà!
Ecco cosa significa quando mi dico di lottare per la propria libertà, ascoltare la propria voce e seguire il cammino che ci vuole far percorrere.

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