sabato 14 ottobre 2017


Prima ancora di arrampicare assieme ai miei compagni, mentre camminavo da una mezzoretta seguendo gli altri dirigersi verso la base della via, osservavo il paesaggio attorno.
"Piccoli" pilastri di un centinaio di metri qua e là, vicini ad altre pareti più o meno alte con alle spalle una maestosa creta e lontano lontano il Montasio...
Altezze varie, forme e tratti che fanno unico ogni sperone, colori e profumi di roccia ombreggiata oppure soleggiata; mentre camminavo, osservavo e annusavo,quando il mio fiato non era corto, quel profumo dell'aria frizzante alla mattina presto e quelle ventate di unicità in ciascun tratto, in ciascun frammento di paesaggio.

Questa unicità è in natura quanto nel nostro profondo, ed è proprio questa che fà di ogni scalata la propria personale esperienza.

Non importa quanto sia alta la cima o la vetta che si tenta di scalare ma quanto importante è per noi raggiungerla, sia questa il punto estremo di un piccolo pilastro sperduto tra le alpi carniche o l'everest.

Ad ogni rientro sono stanca ma felice, entusiasta, e alle volte anche dispiaciuta perchè il tempo ha fatto I capricci o perchè sono stata io a farli ma pur sempre colma e ricca di insegnamenti e di qualche tassello di unicità in più che dalla natura ho percepito e che in me ho riconosciuto.